Lo Stretto di Gibilterra scomparirà tra 20 milioni di anni: un nuovo studio rivela il futuro geologico della regione

Uno studio condotto da scienziati dell'Università di Lisbona prevede la chiusura dello Stretto di Gibilterra tra 20 milioni di anni, con la formazione di un anello di fuoco atlantico simile a quello del Pacifico.

Un recente studio condotto da scienziati dell’Università di Lisbona ha rivelato un’affascinante previsione sul futuro geologico dello Stretto di Gibilterra. Secondo i modelli computazionali utilizzati, si prevede che lo stretto scomparirà tra circa 20 milioni di anni, a causa dell’estensione di una zona di subduzione attualmente situata sotto di esso.

Questo processo contribuirà alla formazione di un anello di fuoco atlantico, simile a quello presente nel Pacifico, caratterizzato da intensa attività vulcanica e sismica.

Lo studio si basa sulla teoria del ciclo di Wilson, che descrive il ciclo di vita degli oceani, dalla loro nascita alla loro chiusura. L’Atlantico, nato dalla frammentazione del supercontinente Pangea circa 180 milioni di anni fa, è destinato a chiudersi in un lontano futuro.

La chiusura di un oceano richiede la formazione di nuove zone di subduzione, dove una placca tettonica si incunea sotto un’altra. La formazione di queste zone è un processo complesso, che richiede la rottura e la flessione di placche tettoniche estremamente resistenti.

Lo studio propone che le zone di subduzione possano migrare da oceani in chiusura, come il Mediterraneo, verso oceani più giovani, come l’Atlantico. Questo fenomeno, noto come “invasione per subduzione”, potrebbe spiegare la futura chiusura dello Stretto di Gibilterra.

I modelli computazionali utilizzati nello studio prevedono che la zona di subduzione attualmente sotto lo Stretto di Gibilterra si estenderà verso l’interno dell’Atlantico, contribuendo alla formazione di un sistema di subduzione simile a quello del Pacifico.

Questo processo, che si stima avverrà tra circa 20 milioni di anni, avrà importanti implicazioni per l’attività sismica della regione. Le zone di subduzione sono note per generare i terremoti più potenti del pianeta, come il Grande Terremoto di Lisbona del 1755.

Lo studio fornisce nuove informazioni sulla zona di subduzione di Gibilterra, che alcuni scienziati consideravano inattiva a causa del suo rallentamento negli ultimi milioni di anni. Secondo i risultati, questa fase lenta continuerà per altri 20 milioni di anni, dopodiché la subduzione si estenderà verso l’Atlantico e si accelererà, dando inizio al riciclaggio della crosta terrestre sul lato orientale dell’oceano e potenzialmente alla chiusura dell’Atlantico stesso.

La chiusura dello Stretto di Gibilterra avrà un impatto significativo sulla geografia e sull’ambiente della regione. La connessione tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico verrà interrotta, con conseguenze per le correnti marine, il clima e la biodiversità.

Inoltre, la formazione di un anello di fuoco atlantico aumenterà l’attività vulcanica e sismica nella regione, con potenziali rischi per le popolazioni costiere.

Lo studio dell’Università di Lisbona sottolinea l’importanza della ricerca scientifica per comprendere i processi geologici che plasmano il nostro pianeta e per prevedere i cambiamenti futuri.

La conoscenza di questi processi è fondamentale per la pianificazione a lungo termine e per la mitigazione dei rischi naturali.