Aumento della temperatura del mare nelle Isole Canarie: gli scienziati lanciano l’allarme

Gli scienziati delle Isole Canarie esprimono preoccupazione per l'aumento della temperatura del mare e la mancanza di risorse per studiarne gli effetti.

L’aumento della temperatura del mare nelle Isole Canarie sta suscitando crescente preoccupazione tra gli scienziati, che avvertono di gravi conseguenze per l’ambiente e le comunità costiere.

Alonso Hernández, professore presso l’Università di Las Palmas de Gran Canaria (ULPGC) e leader del gruppo di ricerca dell’Istituto di Oceanografia e Cambiamento Climatico (IOCAG), ha espresso la sua preoccupazione per l’aumento della temperatura superficiale dell’oceano Atlantico, che ha raggiunto livelli record nel 2023 e continua a salire nel 2024.

Hernández sottolinea la mancanza di mezzi adeguati per studiare a fondo i cambiamenti in atto nell’oceano, a causa dell’assenza di una nave oceanografica nelle Canarie. Questa carenza impedisce di comprendere appieno l’impatto dell’aumento della temperatura sulla colonna d’acqua e sull’ecosistema marino.

Le conseguenze dell’aumento della temperatura del mare sono molteplici e preoccupanti. Tra queste, l’innalzamento del livello del mare, che ha già causato danni in alcune zone costiere delle Canarie, come i quartieri di San Cristóbal a Las Palmas e diverse località di Tenerife.

Inoltre, l’aumento della temperatura favorisce la colonizzazione di nuove specie marine, con effetti imprevedibili sull’ecosistema locale. La difficoltà di prevedere con precisione le future ondate di calore e l’arrivo di nuove specie rende difficile l’adattamento a questi cambiamenti.

Abel López, professore presso l’Università di La Laguna (ULL) ed esperto di adattamento al cambiamento climatico, condivide le preoccupazioni di Hernández. López sottolinea che gli eventi di inondazione che stanno colpendo le isole non sono isolati, ma parte di un problema più ampio identificato nel Piano di Impulso al Medio Ambiente Adapta Costas Canarias (PIMA), che individua 147 zone costiere a rischio entro il 2050.

López evidenzia l’urgenza di adottare misure di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, data la particolare vulnerabilità delle isole a causa delle loro dimensioni ridotte e della vicinanza delle infrastrutture critiche al mare.

Il Comitato Scientifico del Governo delle Canarie, guidato da Aridane González, sottolinea l’importanza di agire sui punti critici identificati negli studi. González chiede una maggiore efficienza amministrativa e un rafforzamento dell’Agenzia per il Cambiamento Climatico, che deve guidare gli sforzi di adattamento.

La comunità scientifica delle Canarie è unita nel lanciare un allarme sulla situazione critica che richiede azioni concrete e coordinate a livello locale, nazionale e internazionale per mitigare gli impatti del cambiamento climatico in una delle regioni più vulnerabili d’Europa.

Il programma Radial Profunda de Canarias (Raprocan), condotto dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e con la partecipazione dell’ULPGC, offre una speranza per la comprensione dei cambiamenti in atto nell’oceano. Il programma studia il “giro subtropicale” nell’Atlantico settentrionale, una struttura oceanica fondamentale per il clima della regione. Tuttavia, le campagne di Raprocan sono sporadiche, limitando la capacità di monitoraggio continuo.